Difficile definire MotoML una mailing list tradizionale. Difficile catalogare MotoML anche come una mailing list di motociclisti, semplicemente perche' e' difficile catalogare i suoi componenti. Piu' di qualsiasi tentativo di "inquadratura", forse lo spirito unico che la alimenta viene fuori da alcune immagini, e alcuni scritti.
Al Davoliraduno
Stamani
ero in garage, e mentre stavo li' tra chiavi, cacciaviti, olio, bombolette varie, pensavo
a questa lista e alla quantita' di messaggi inerenti al raduno che in questi giorni
freneticamente intasano i server. Franz |
QUESTA
MAIL E' DEDICATA ALL'AMICO PINO "KOALA" ******************************************************************* Io ne ho viste di cose che voi automobilisti non potete immaginarvi: Serpentoni di moto col faro acceso, snodarsi per le strade immerse nel verde al largo delle colline emiliane. E ho visto i raggi Flash balenare nel buio vicino alle porte del capanno, cercando l'imbrocco della bella morona. Ho visto missili SPS sfrecciare su per i passi, inseguiti da MV 350. E plurifrazionate giapponesi con carenature fatte col Pongo. Ho visto gruppi di rudi motocigristi bardati come cavalieri, inguainati nelle tute di pelle, cotti dal sole negli elmi sfavillanti, fermarsi ogni dieci km, perdersi ogni due incroci, percorrere 33 km in due ore. Ho visto fanciulle col Monster cadere da ferme durante una sosta, e capottare dalla sedia terrorizzate dagli insetti notturni. Affermati dottori affrontare la baldoria con spirito da ventenni. Magistrati con l'ombrello e camionisti con due ruote. Ho visto gente sconosciuta abbracciarsi, aiutarsi, come fossero amici da sempre. E persone mai viste sbattersi con disponibilita' e cortesia per mettere a tavola 50 affamati. E vassoi di salumi, e piatti di lasagne, e portate di arrosti, e bottiglie di vino, e volti felici. Ho visto un raduno di MotoML senza una sola goccia d'acqua. E tutti questi ricordi, mai e poi mai andranno perduti nel tempo come lacrime nella pioggia, ma rimarranno indelebili nella mente e nel cuore, come moscerini sul cupolino. Grazie amici. Franz |
Al Sardoraduno
Immagini tratte dal video. Click
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E` sempre
difficile separarsi dagli amici di MotoMl. Soprattutto dopo aver passato insieme tre giorni in Sardegna guidati dai Motosardi, cioe` Urru, Olla, Caredda, Gallus e Mattana, su strade bellissime con panorami da sogno. Noi non dovevamo preoccuparci di nulla, avevano pensato a tutto loro: road book, alberghi e ristoranti. Insomma: inforcate la moto e salite sul traghetto, al resto pensiamo noi. Grande dispiacere per gli assenti, come Andrea Ricci e Sax Padovani, nomi che si sentivano ogni tanto pronunciare tra una portata e l'altra... A tutto questo si e` aggiunto un tempo splendido e un mare calmo, cosa che ha reso il tutto ancora migliore. La Sardegna ci ha mostrato non solo il "solito" mare di colori straordinari ma anche montagne circondate dalla nebbia, vallate movimentate da morbide colline, una incredibile gola dove l'acqua ha scavato la roccia creando forme grottesche, e tanto altro ancora. Purtroppo, ci ha anche teso un terribile agguato. Uscendo da una curva, dopo un tratto decisamente panoramico tutto da guardare, vedo il Giansante che si sbraccia, immerso in una nuvola di polvere. Mi avvicino piano piano: la strada, finora perfettamente pulita e sgombra, scende, piega a sinistra ed e` ricoperta da una fine graniglia. No, non e` possibile... Ditemi di no... C'e` un Monster appoggiato a un palo, il lato sinistro e` un disastro di ammaccatture e parti mancanti. E c'e` del sangue, in terra, sulla sella, e altro ne esce da un paio di pantaloni strappati, e poi, alzando lo sguardo, lo si vede sgocciolare da una mano di Graziano Patti. Lo guardo attraverso il casco ma non posso sostenere il suo sguardo, sofferente e disperato, abbasso la testa ma incrocio subito l'immagine del suo guanto strappato e, tra il sangue, un oggetto sottile e apparentemente scarnificato, il suo mignolo. Inevitabile la mia reazione, un sospiro a denti stretti. Il Montani si rende conto che sono l'essere sbagliato nel posto sbagliato e, giustamente, mi allontana con un gesto e un'alzata di sopracciglia. Massimiliano Lehmann sta gia` telefonando ai Carabinieri, Riccardo Forte gia` pensa a cosa va scritto nel verbale riguardo alle condizioni della strada, mentre altri controllano lo stato della moto. Mentre Graziano sale sul Dominator guidato dal Montani per recarsi al pronto soccorso di Aritzo, i commenti che si sentono sono:"Potevamo ammucchiarci tutti qui", "E` una trappola", "Chiunque fosse passato per primo avrebbe avuto poche chance di restare in piedi", "Io ho incrociato una macchina che ha alzato la polvere, per questo ho capito e ho rallentato". La moto non ha piu` ne' frizione ne cambio, occorrera` portarla giu` usando una sola marcia. Ci pensa il Montani, di ritorno; facciamo davvero fatica a stargli dietro nonostante le condizioni del Monster, cosa che ci sorprende non poco, anche se qualcuno l'aveva previsto... Breve consiglio sul da farsi, circolano voci allarmanti: tendini strappati, punti a un ginocchio. A cena quasi ultimata, grazie alla collaborazione di Bulletta, Spigarelli e della provvidenziale automobile della Lella (dico bene?), riusciamo a riaverlo tra noi. A pranzo, il giorno dopo, Cristina Ghedini mi dice:"Beh, pero` si e` ripreso subito, almeno moralmente". La cosa mi ha fatto ripensare a tutte le mie cadute di quel tipo. Grazie al Cielo, non mi sono fatto mai davvero male: la cosa si e` sempre risolta con una poltiglia di carenatura, pedivelle e ginocchiere. Ero sempre solo: risollevare la moto, tornare a casa, metterla in garage, salire di sopra, medicare qualche graffio, poi stendersi sul letto e deprimersi oltre ogni limite. Poi andare a cena e nascondere qualche doloretto per evitare di far preoccupare i genitori, pensare a quanto tempo si dovra` stare senza moto... Ben diverso e` invece andare a cena e trovare una cinquantina di persone che si alzano progressivamente in piedi e che applaudono, che ti si stringono intorno, e che cercano di non farti sentire solo. E` tutta un'altra cosa. MotoMl per sempre. Lampeggi. __________________________________ (Norman Bytes) |
In cascina
Clicca qui per vedere qualche foto del raduno di Pasqua
Al WDW (World Ducati Weekend)
Sul palco
lo speaker sta presentando tutto lo staff Ducati, dal Direttore generale all'ultimo dei
meccanici. Entusiasmo alle stelle per i piloti di ieri e di oggi, per Massimo Bordi, per
Franco Farne', per i team manager, per tutti. A un certo punto viene presentato LUI, affaticato dal tempo ma sorridente, il GENIO, il sig. DESMO in persona, il grande, mitico ing. FABIO TAGLIONI. L'ovazione sale al cielo, l'applauso e' interminabile, la commozione e' palpabile. Ma cio' che fa vibrare l'aria e il cuore, e' il rombo assordante e indescrivibile di centinaia, migliaia di motori che si accendono all'improvviso, tutti insieme, quei motori che LUI ha inventato e che ora sono li' a dedicargli il giusto tributo. Piu' d'uno ha le lacrime agli occhi. Franz |
Di fronte a un qualche ristorante della penisola
E' stata
un'annata decisamente particolare. Sono entrato nel '98 come tutti gli altri anni: i giri in moto erano sempre stati un rito strettamente personale, con un posto ed un significato precisi nella mia esistenza. Come leggere un libro: lo faccio per me, perche' mi fa vivere meglio, perche e' bello aprire una finestra e stare affacciato. Esco dal '98 e certe cose non sono piu' le stesse. Viaggiare in compagnia, pensando che altri potranno godere delle stesse strade e degli stessi panorami, ha cambiato le cose: adesso e' come se i libri li scrivessi io e fossero gli altri a leggerli. Ma "leggo" con avidita' anche i "libri" che altri scrivono. Mi piace farmi guidare e ammettere di essere straniero e debole. Il gruppo non e' solo la sicurezza materiale ed il rifugio morale: e' un gioco il cui scopo e' semplicemente sapere cosa uscira' al prossimo lancio di dadi. Questi sono i mei pensieri di fine anno per gli smoderati amici di MotoML. Un abbraccio a tutti e a presto. Stefano /|\ |
Molto
tempo fa Stefano Olla per "alimentare" e "carburare" il nostro cervello, ci consigliava: "Il giorno del giudizio" di Satta, e di Atzeni "Il figlio di Bakunin" e "Apologo del giudice bandito". Sono tre libri molto belli, inconsueti, interessanti, e appassionanti, si leggono velocemente, specialmente quelli di Atzeni che ho "bruciato" in due nottate...gia'... Sergio Atzeni..e' proprio vero il detto che "se ne vanno i migliori".. comunque, non divaghiamo e torniamo a noi,gia' vedo attraverso lo schermo i vostri occhi annoiati, la vostra fronte impostata a punto interrogativo, sulle votre labbra sorgere il bisbiglio spontaneo:-non ci parlera' mica di "cultura";che c'entra tutto cio'con la moto???- ebbene c'entra, eccome.. e ve lo dimostrero': -Il figlio di Bakunin- leggere questo libro e' come girare in pista con il Ducati essepiesse, ogni capitolo un giro, ogni giro una storia a se'; con il moto/libro entri subito in sintonia con gli ideali, con la liberta', le passioni... le gomme ti vanno subito in temperatura giusta, la pista scorre veloce e il motore risponde tranquillo e potente perche' sono "argomenti" che conosci e che ti appassionano ora come quando eri giovane. Ti vengono in mente le curve/ricordi: la San Donato,per esempio: ci arrivi dopo aver sparato tutte le marce con il contagiri lassu',a supervelocita' spalmato sul serbatoio, nelle orecchie l'urlo del motore e del vento, il cartello dei duecento ti si avventa.. ancora un attimo,nooo..cazzofai!! via il gas, ti attacchi alla leva del freno, ti tiri su, il vento t'investe duro, la pista con tutta la curva si precipita dentro i tuoi occhi, pensi di non farcela, scali tre marce a mitraglia,la parte di moto che non vedi dietro di te ti si asserpenta sotto il culo, oddio oddio tirala giu',giu'..cazzocazzo..si!ancora una volta la moto risponde docile, si piega, trova la sua traiettoria,quella giusta, la gomma anteriore tiene distruggendosi contro l'asfalto, il ginocchio tocca e ti avverte, a meta' curva puoi respirare e dare gas, piano, dolcemente, con decisione, la gomma posterire raspa e si adatta alla coppia, la sospensione fa il suo, i giri salgono rabbiosi, sei fuori dalla curva, la prossima ti aspetta, insieme a tutte le altre.. il libro finisce, veloce, ha attraversato un secolo, il Novecento, e te con lui ed e' stato un attimo, poco piu' di due minuti, la vita di un uomo.... e lo sapevo e ci avrei scommesso che era lui il figlio. -Apologo del giudice bandito- sei in mezo al bosco di mattina presto, inverno,la pioggia non e' pioggia ma acqua da tutte le parti, fine e spessa, che sale anche dal basso insieme con la nebbia; gli alberi nudi si stagliano ossuti intorno a te, solo la moto, l'Husky il saltafossi, ti rende sicuro che tu sei qui, ora, alla fine del millennio e non nel 1492, l'anno del giudice, del bandito.. girare il bosco in moto ecco cosa e' stato leggere il libro; a volte, quando sei solo ed hai un 4T che gira piano e sommesso e dalla cima di una pietraia irta guardi giu', e ti senti fuori dal tempo, attraversi la foresta bagnata e fumante e sei dentro ai misteri e alle magie,agli animali fantastici e spaventosi, alle schiave moresche e ai preti impazziti,ai vescovi assassini e ai vicere'pantagruelici, sei dentro una storia terribile e intensa,forse la tua storia, la storia di tutti gli uomini; dov'e' il giudice Itzoccor Gunale?,il tuo giudice?, l'uomo che gioca la sua vita a scacchi? forse lo troverai dietro quel cespuglio, passata la discesa sassosa, in cima al poggio ventoso; il respiro si fa affannoso e fiatoso, la moto sussulta e scalcia, le gomme artigliate sollevano fango e terra, le braccia sono di piombo, sei zuppo, gli occhiali, sporchi di mota, si stanno rapidamente appannando...... -Il giorno del giudizio- questa e' una cosa seria, qui si toccano i classici: chi sei? cosa fai qui? da dove vieni?dove vai? questo e' un bel viaggio lungo,monotono, con una moto comodosa come era la mia vecchia Guzzi 850GT del '72,o la 500 del'36; ci vuole una meta lontana, non so', il raduno degli elefanti a febbraio, neve, freddo, ghiaccio e chilometri; per leggere questo libro bisogna essere allegri e spensierati aver tempo e gioia di vivere,perche' questo libro e' terribile non solo tetro, triste e sanguigno, ma tremendo nella sua mancanza di speranza e di ideali e di futuro, di amore, dell'arrivare da qualche parte,di lasciare una traccia;invece no!, si nasce, si vive, si muore, rimane forse un nome nell'unico "albergo" gratuito della citta'... ore e ore a 60 all'ora, kilometri lenti e pianosi,uno dopo l'altro,come gli anni, con la neve che ti s'infila dapertutto,con il freddo ormai che ti fa caldo solo se non ti muovi sulla sella, con la mente svagolata e l'istinto allertato, i pensieri che vanno indietro nel tempo, ai tuoi amici e ai tuoi parenti passati,a quelli che sono morti, a quelli dimenticati, li ricordi uno a uno dunque, ma nel farlo li richiami avanti nel tempo e li fai rivivere, come in un giudizio... appunto. Ecco fatto, i libri sono li' davanti a me,alzo gli occhi dalla tastiera e vedo la Ducati, siamo punto e a capo,la moto, questo pezzo di "ferro",... che vi avevo detto? ho mantenuto la mia promessa... c'entra!!! Un abbraccio. Leonardo |
Questo sito e' dedicato a Laura.
Perche' da quando lungo la mia strada, davanti a me vedo la sua sagoma, io sto meglio. Parecchio.