Beh, ecco,
io non capisco molto di motori in generale, di cilindri, di valvole, di desmo uno-due-quattro. Ma capisco che quando sono su una moto, mi sento felice. Bisogna veramente intendersene di motori per apprezzare le due ruote? Bisogna essere tecnologicamente abili per godere della guida della moto? Bisogna sapere (e saper spiegare) la differenza tra bicilindriche o mono, tra motori a due o quattro tempi, per essere definiti "motociclisti"? Io credo di no. Cosi' come non e' necessario essere diplomati in Storia dell'Arte per emozionarsi davanti a un quadro, o essere dei Sommelier qualificati per poter veramente gustare un buon vino. Un giorno un amico della lista mi disse: "ecco una vera motociclista: non parla e non conosce molto di moto, ne' di motori, perņ ci va e si diverte". Beh, credo che in questa frase sia contenuta la risposta del dubbio di cui sopra. E per quanto riguarda la belva gialla del Franz... ecco... non so la differenza tecnica tra il motore di un ducati e di un altro non ducati. Pero' sento che č diverso. So che quando lo guido, mi emoziono. E' cattiva, e' difficoltosa, e' una sfida senza un attimo di tregua, quindi una soddisfazione senza limiti. Mi spavento, mi eccito, a volte mi fanno male le mani da quanto ne stringo le manopole, e mi fa male la schiena da quanto sono tesa. Ma accidenti, quel rumore, quel motore, e' vero, e' appagante quanto il primo raggio di sole dopo un temporale, appassionante come un bacio, entusiasmante quanto l'acqua fresca del mare che ti avvolge dopo un tuffo. Aprire il gas e sentirsi strappare via, toglierlo e sentire che il motore si offende a tal punto da frenarsi, e' realmente una sensazione unica. Viaggiare su un serpente grigio in mezzo a distese di verde, con le allodole che ti cantano intorno, ma non sentirle perche' la mente e' accorta solo al rumore del motore, al numero dei suoi giri, a come risponde ai miei comandi, e' una sensazione impetuosa, quasi lussuriosa. Vedere l'asfalto lucente sotto il sole che si snoda davanti a me e affrontarlo tutt'uno con la potenza rumorosa, scoordinata, assordante, quasi pericolosa del Ducati, mi da' un senso di forza, di liberta' smisurata, di conquista, di gioia. E quando in fondo al rettilineo comincio a vedere la curva, e devo concentrarmi per affrontarla al mio meglio, l'ondata di adrenalina che mi entra in circolo mi lascia, finita la curva, una spossatezza simile a quella che ti assale quando hai appena finito di fare l'amore. Affrontare ogni istante la rigidita' della Ducati e dei suoi ammortizzatori, sobbalzare a ogni minimo increspamento del terreno, lottare contro la sua scomodita', contro la sua inflessibilita', contro la difficolta' di governarla (sicuramente maggiore rispetto alla mia "bicicletta" della Honda), mi fa godere il tutto ancora di piu'. Per non parlare dell'appagamento del senso di vanita' (conoscete qualcuno che ne e' scevro fino in fondo? :-) ) che mi invade nel raccogliere gli sguardi ammirati e forse un po' invidiosi della gente che mi vede sfrecciare su quel canarino a due ruote... Si', sono d'accordo con Franz... Il Ducati non sara' superiore, ma l'emozione che ti da' guidarlo lo e' sicuramente. Laura |