SIGNORI, CI SIAMO.

Pochi giorni.
Pochi giorni di speranze, di ansie, di malcelati timori.
Pochi giorni che sembreranno non passare mai, dentro una campagna elettorale avvelenata come non mai, stupida come non mai, violenta nei toni come non mai.
Eppure, nonostante il contesto in cui si svolgono, queste elezioni sono le più importanti degli ultimi sessant'anni.
Qui si decide l'avvenire di questo paese per intere generazioni. Qui ed ora, si decide se potremo continuare a sperare di restare nel novero delle democrazie moderne o se saremo ricacciati indietro in una voragine di cui non arriveremo mai a toccare il fondo.
Un uomo, un uomo solo (come diceva Winston Churchill parlando di Mussolini), ci ha portati a questo scempio, a questo avvelenamento delle coscienze.
Sono dodici anni che questo personaggio inqualificabile, affiancato dai suoi meschini bravi manzoniani, cuce intrighi, ordisce trame, istiga alla rissa e tutto questo per salvaguardare i suoi interessi, le sue fortune private.
Sono dodici anni che questo essere nato da tutti i nostri peccati, da tutte le nostre false coscienze, da tutte le nostre viltà, le nostre paure, ci mette gli uni contro gli altri, instilla odio dentro di noi, al solo scopo di distrarci dalle nefandezze commesse da lui e dai suoi accoliti.
Sono dodici anni che colpisce al cuore l'economia e il futuro di questo paese con false promesse di distribuzione della ricchezza, con mirabolanti auspici di paradisi in terra mentre tutto, intorno al suo sorriso di plastica, cade in rovina, si decompone.
Si decompone la speranza di trovare un lavoro sicuro e non precario, di costruirsi un avvenire, di poter studiare in una scuola e in un'università decenti, di affrontare con serenità una vecchiaia dignitosa.
Cade in rovina il concetto di giustizia, di legalità, di eguaglianza, di libertà tutto ciò che costituisce la convivenza civile, lo stare insieme.
E mentre pochi eletti accumulano ricchezze sempre più grandi, senza dover dare neanche una piccola parte  di questi enormi profitti alla collettività, tutti gli altri vedono diminuire in modo drammatico le loro possibilità non solo di far fronte ai problemi quotidiani, ma di prospettarsi un futuro almeno dignitoso.
A tutti quelli che si sentono delusi, anche dalla politica del centro sinistra (e ne hanno tutti i motivi) voglio dire che non è questo il momento delle titubanze, delle recriminazioni, dei se e dei ma.
Domani, dopo la vittoria , potremo cominciare con la critica anche aspra ai nostri rappresentanti (ai nostri dipendenti, direbbe giustamente Beppe Grillo), tutte le volte che ci deluderanno, che ci faranno incazzare e tutti sappiamo, purtroppo, che le occasioni non ci mancheranno.
Ma, ricordiamocelo e spieghiamolo a quanta più gente possiamo in questi ultimi giorni, che niente potrà essere peggiore del laidume, della sconcezza, della vergogna in cui questa maggioranza ha trascinato questo nostro povero paese.
Ora, in mezzo alla sarabanda vergognosa delle frasi sui bambini bolliti dai cinesi e delle partecipazioni a sedute spiritiche, ci si impone, ineludibile, una presa di coscienza non più rinviabile, un atto di responsabilità nei confronti nostri e di tutti coloro che amiamo.
Guardiamoci allo specchio, pensiamo a quello che eravamo e a come ci hanno fatto diventare.
Guardiamoci allo specchio, e pensiamo, anche solo per un attimo, all'avvenire dei nostri giovani, ai sacrifici che hanno sostenuto i nostri anziani, per noi, perchè questo fosse un paese migliore, un paese per il quale essere orgogliosi, quando siamo all'estero di poter dire: "Io sono italiano".
Mandiamo a casa, ora,  il circo dei nani e delle ballerine ed il suo tragico capo-clown: domani sarà troppo tardi.

Robespierre

 


votantonio@dada.it
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A grande richiesta (una...), anche Robespierre ha il suo archivio. Perché niente debba restare impunito

 

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