Bulletta show 2
Arriva l'ora fatidica.
Tutti in fila, ci siamo. Ecco, entro. Passo dal sole al buio del passaggio sotto le tribune, poi di nuovo al sole che illumina la corsia box e ... la pista ! Via, si va. Accidenti quanto e' larga. Scaldo un po' le gomme, iniziano a passarmi accanto delle belve scatenate. La San Donato: imposto a destra, asfalto modello carta moschicida. In rapida successione un sinistra destra, poi ancora sinistra destra, piccolo rettilineo, ancora destra sinistra in discesa, inizio a seguire un po' quello che fanno quelli davanti. Due curve a destra, la prima facile, la seconda piu' chiusa e in salita ("ma dove finisce? oddio! ah, ecco, ho capito ...") ... e via cosi', fino all'ultimo tornante a sinistra, lunghissimo, prima del rettilineo. Il primo giro e' fatto, mi sembra di esserci nato in pista :-) (gia' ... nato una sega! :-) ). Inizio subito a tirare. Al terzo giro comincio a prendere confidenza col "meccanismo" (verro' cronometrato proprio al terzo passaggio intorno a 2 minuti e 40). Sorpasso Marco e il Ghed, che, visto il luogo, aguzzavano anche lo sguardo per vedere di individuare qualche fungo ai bordi della pista :-) Nelle curve inizio a star dietro a gente con mezzi notevoli e mi tolgo qualche soddisfazione (un Suzuki due tempi tenta di passarmi prima del Correntaio, ma non ci riesce :-) un altro con quello che sembra un Thundercat mi passa sul piccolo dritto nella parte alta per vedersi ripassare alla staccata successiva). Comincio a fresare le pedanine. Al quinto giro tocco le pedane in TUTTE le curve, entro con la moto bene in coppia e spalanco gas appena vedo la fine della curva. Penso di aver abbassato quel 2:40 del terzo giro di almeno 5-6 secondi. Via sempre piu' veloce, mi viene un coccolone solo una volta: arrivo in pieno (ho il contakm rotto, ma ero intorno agli 8000 giri in quinta, che sono piu' o meno 220 di tachimetro) in fondo al drittone, subito dietro la coda di un mezzo non identificato: passo il cartello dei 200, quello dei 100, finalmente lui frena ... e io pure. Mi attacco ai freni con tutta la forza che ho, la moto inizia a scodinzolare ... non ce la faccio! non ce la faccio! ... ce la faccio .... imposto la curva appena un po' troppo verso il centro, ma riesco a chiudere la traettoria. La pista NON e' poi cosi' larga come mi sembrava all'inizio ... Si continua. "Impossibile scivolare" penso. Apro gas sempre prima, entro in curva sempre piu' piegato. Nel frattempo al Correntaio si e' acceso il semaforo lampeggiante. Dopo la curva, una bandiera gialla mi annuncia una caduta: sulla destra vedo un ragazzo accanto alla sua moto sul cavalletto. Cammina, tutto bene. Poi un altro volo, i segni sull'asfalto, la moto nella sabbia, il pilota accanto che rialza il mezzo. Anche lui sembra a posto. Ottavo (o nono ... boh?) giro. Ecco, San Donato fatta, ora c'e' il sinistra destra piu' lento ... scalo una marcia ... ecco ... bene cosi', GRANDE! ... metto la terza ... ora il sinistra destra piu' veloce ... sinistra ... buona, sono in traettoria ... destra ... ok, bella stretta, posso aprire prima ... apro gas, prima piano, poi con decisione ... il posteriore inizia a scivolare ... "pelo" un po' il gas ... TROPPO TARDI! ... mi faccio una trentina di metri sul sedere con la moto che parte per la tangente, tocco il cordolo, inizio a rotolare (cielo, terra, cielo, terra, ... ), riscivolo un altro po' (OOH! ma non mi fermo?) ... ecco, finalmente il cielo e la terra sono tornati al loro posto. Mi rialzo, vedo la moto 10 metri dietro a me, meta' nella sabbia e meta' sul cordolo, la rialzo: pezzi di carena, una pedanina e uno specchietto giacciono li' intorno, beffardi. Non riesco a farla uscire dalla sabbia, la metto sul cavalletto e metto in moto: si, in moto ci va. Passa Franz che mi chiede "ok?" col dito. Faccio un cenno di assenso. Arriva un addetto, mi aiuta a uscire dalla buca ("Accidenti quanto pesa"), rientro ai box con le forche svirgolate, il manubrio torto, il morale a terra. Il gruppo mi accoglie stralunato, nessuno aveva capito cosa avevo fatto, credevano fossi arrivato lungo sulla sabbia. Spiego sommariamente il fatto, cerco di levarmi la tuta di dosso e mi accorgo di come l'ho conciata. Se ero in jeans a quest'ora ero in ospedale. Mi rendo conto dei danni della moto: specchietto sinistro (stranamente, sono cascato sulla destra), pedana passeggero destra rotta, pedana pilota piegata, manubrio piegato, forche svirgolate (parecchio), attacco della forca al parafango rotto, scarico destro graffiato e pieno di bozzi, naturalmente carena destra e cupolino graffiati e spezzati, piastre varie piegate. Mi tocco: il pollice della mano destra mi fa' male, ma non ho altro. Guardo l'unica pedana integra: e' limata per meta'! Su strada l'avevo toccata un paio di volte, e mi era parso di essere al limite massimo. La gomma posteriore e' consumata fino al bordo, ove si sono formati i famosi ricciolini provocati dal riscaldamento. Insomma, che altro vi posso dire? Ci credete che mi sono divertito? :-) -- "Bulletta" |